I 15 ristoranti del momento in Italia: classici, casual, e per tutti (2024)

Ogni classifica ha i suoi pregi e i suoi difetti anche nella ristorazione. Senza dubbio quella OAD (acronimo di Opinionated About Dining) ha una peculiarità che altre non hanno: è il frutto di un sondaggio aperto ai contributors del blog, fondato dallo statunitense Steve Plotnicki che ha un passato importante nella musica (cantautore, fondatore di un'etichetta discografica e patron di uno spettacolo televisivo) e un presente da appassionato gourmet, se non proprio «radical» almeno informale.

Steve si è inventato un algoritmo che valuta in prima istanza l'esperienza di chi vota con un metodo meritocratico. In questo caso, infatti, uno non vale uno perché risente del valore e la credibilità di chi vota. Ancora più semplicemente: se uno si esprime su dieci locali all'anno conta meno di chi ne frequenta cento. Tutto sommato, non è follia anche se ovviamente ci sta un minimo di classismo. Ma Plotnicki ha pensato anche a questo: OAD formula diverse classifiche, divise per area geografiche e stili di ristorazione: classical, casual, cheap eats, oltre ovviamente ai top restaurant. «OAD è l'unico sondaggio sulla ristorazione che tiene conto dell'esperienza nel suo sistema di valutazione» sottolinea il fondatore.

Il ranking assoluto

Questo sistema provoca sorprese, ma al tempo stesso non sono mai clamorose. Prova ne sia il ranking assoluto per le novità - intese quelle per OAD - che vede l'Atelier Moessmer di Norbert Niederkofler a Brunico, che è un Tre Stelle Michelin. Al secondo posto si piazza lo svedese Vyn e al terzo lo spagnolo Txispa. Gli altri ristoranti italiani presenti in graduatoria tra i primi 30, sono i sorprendenti Grow di Albiate (14esimo) Trattoria Contemporanea (15esimo), Unforgettable (20esimo), Autem (23esimo), Felix Lo Basso (27esimo), Paolo Griffa al Caffè Nazionale (30esimo).

I Casual

La classifica Casual è invece dominata dalla Spagna che ha portato ai primi tre posti Los Marinos Jose di Pablo Sánchez, D ’Berto di Marisol Dominguez Garcia, Elkano del famosissimo asador Aitor Arregu. Diego Rossi di Trippa è al sesto posto, e all'ottavo Franco Pepe, primo di una schiera di pizzaioli: Francesco Martucci dei Masanielli a Caserta (12), I Tigli di Simone Padoan (27), Saporè di Renato Bosco (29), Concettina ai Tre Santi di Pizzeria Oliva (57). Ce ne è anche per le osterie, tradizionali, pop, deluxe o innovative: L'Antica Osteria del Mirasole a San Giovanni in Persiceto è al 14esimo posto, Frangente a Milano al numero 22 seguito da Santo Palato a Roma. Seguono la parmigiana Trattoria Al Due Platani (31), Il Portico di Paolo Lopriore ad Appiano Gentile (32), Flavio Al Velevodetto nella Capitale (35), Trattoria Sostanza a Firenze (47), Da Enzo al 29 a Roma (52), Buca Lapi ancora a Firenze (54), Hosteria Giusti a Modena (55), Al Convento di Pasquale Torrente a Cetara (58), Trattoria Amerigo dal 1934 a Savigno (60), Roscioli di Roma (71), All'Osteria Bottega di Bologna (87), Alle Testiere di Venezia (90), L’Arcangelo di Roma (95).

I Classici

Nella lista dei Classics, dove le zone alte sono occupate quasi interamente da locali francesi, occorre aspettare la posizione numero 12 per trovare il primo italiano: Dal Pescatore dei Santini, a Canneto Sull'Oglio, alla posizione 24 c'è Da Vittorio a Brusaporto della famiglia Cerea. Ci sono poi Seta di Antonio Guida a Milano (28), Villa Feltrinelli di Stefano Baiocco a Gargnano (30), La Pergola di Heinz Beck a Roma (52) appena riaperto dopo la ristrutturazione, Villa Crespi di Antonino Cannavacciuolo al Lago d'Orta (56), Il Luogo di Aimo e Nadia di Fabio Pisani e Alesandro Negrini a Milano (64), Al Sorriso a Soriso (65), Enoteca Pinchiorri di Firenze (90), Romano a Viareggio (92), seguito a sorpresa da Villa Maiella a Guardiagrele (93) e Il Centro a Priocca (96). Scendendo nella classifica ci si spinge un po' più a sud: la Calabria di Luca Abbruzzino (111), la Campania della famiglia Mellino di Quattro Passi (116). Il podio come si diceva è tutto transalpino: Plenitude di Arnaud Donckele (Parigi), Régis et Jacques Marcon (Saint-Bonnet-le-Froid), Auberge de Vieux Puits di Gilles Goujon (Fontjoncouse)

Lo street food della Capitale

Infine, ci sono insegne super pop, in cui mangiare con poche monete. La classifica Cheap Ear include bakery, pasticcerie, street food di varia natura e di vari luoghi. La testa della classifica è ben distribuita in tutta Europa: c'è la Norvegia di Tim Wendelboe, uno dei guru dello specialty coffee, a Oslo, seguito da lsraele dove si trova Abu Hassan con il suo hummus, poi la Danimarca della bakery Hart Bageri.Bisogna di nuovo attendere il dodicesimo posto per trovare l'Antico Forno Roscioli a Roma, seguito alla posizione numero 15 da Pizzarium di Gabriel Bonci e alla numero 20 da Caffè Sicilia di Corrado Assenza. Si passa così tra pasticcerie, gelaterie e panini (immancabile l'Antico Vinaio, posizione numero 35), pizza a taglio e al piatto, e altri locali ‘very fast good food’ come Loste di Milano (alla posizione 47).

Per la nostra (personalissima) selezione, ci siamo concentrati sui 15 ristoranti Casual che meritano attenzione e che non sono conosciuti come Trippa che resta un esempio in materia.

I 15 ristoranti del momento in Italia: classici, casual, e per tutti (2024)
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Author: Geoffrey Lueilwitz

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